mercoledì 5 febbraio 2014

Mamma dixit – Intercettazioni creative. Io preferisco il cioccolato.



Sapete di cosa parlano le mamme più spesso? Di cosa sono infarciti i loro discorsi?

Di scelte. 

E ogni periodo ha le sue.

In questi giorni sono impegnata in snervanti summit sul tema: 
l’iscrizione alla scuola materna.

Certo! Non ci perderemo gli open day? 
Orde di mamme e papà che visitano e vivisezionano strutture pubbliche e private facendo domande (anche a trabocchetto) a insegnanti preparate al peggio.

Problema bagni: ho scoperto che sapere quante possibilità hanno i nostri figli di trovare un water libero quando gli scapperà, è l’argomento che più ci attanaglia. “Hai visto quella scuola? Solo sei water per piano.” “Meglio quest’altra che ha un bagno per sezione… con tre water ciascuno.” Sono diventata una vera esperta nell’intrufolarmi nei mini-cessi e contare immediatamente quante tazze da nanetti ci sono dentro.

Ma prima di evacuare, i nostri eroi dovranno nutrirsi e qui scatta il secondo, grande problema: la ristorazione. Cosa mangeranno? Quanto mangeranno? Come mangeranno?
C’è chi dice non sia poi così male. Alcune insegnanti ci hanno detto che, addirittura, certi bambini, preferiscono la mensa dell’asilo alla cucina di casa. Ecco, se è così, mi dicano come si fa a farsi portare qualcosa anche per la cena.

Arriviamo al terzo bisogno primario
: dormire. Marco necessita ancora della sua pennichella pomeridiana… e chi gliela vuole togliere?! Ed è così, che io e altri genitori ci siamo ritrovati a fissare un materasso comune con un po’ di piccoli cuscini buttati sopra. Quindi, i nostri principini, i nostri imperatori, i nostri Papi… dovranno dividersi un materasso messo in un angolo alla bene meglio? Sì, cara mia. Per diventare grandi si passa anche da un materasso comune.

E poi ci sono le notizie bomba. Quelle che passano di bocca in bocca e diventano sempre più scioccanti, sempre più allarmanti.
“quella scuola è un po’ triste”
“già, avrebbe bisogno di una sistemata”
“d’altra parte è stata fatta negli anni ‘50…”
“…e lo sanno tutti come costruivano negli anni ‘50”
“perché? Come costruivano negli anni ‘50?”
“vabbè, non sai che materiali usavano???”
“no, non lo so. mi dite, per favore?”
“l’amianto! E si dice che in quella scuola ce ne sia nei muri, sul tetto, nei pavimenti”
“oddio! E quindi?”
“Quindi bisogna avere fortuna. Perché, a dire il vero, di certo, si sa solo che è presente dentro a una mattonella…”
“come? In una mattonella soltanto?”
“sì, sotto la cattedra, della seconda aula, del primo piano, sezione A”
“cavolo… e io che non sapevo neanche come costruivano negli anni ‘50…”



Lo ripeto: non voglio scegliere! Non voglio questa responsabilità: che ne so io se è meglio una scuola con il giardino ma un po’ di amianto, o una nuova ma con tre water per 100 bambini?

Scegliere, scegliere, sempre scegliere.
Non sarebbe bellissimo, per un giorno soltanto, concedersi il lusso di non scegliere?

I bambini nella loro semplicità, sono stati programmati bene. Nascono già sapendo che questa storia dell’out-out è una vera scocciatura. Davanti a un bivio, loro fanno finta di niente. Mirano al centro e poi si vedrà.

Marco in questo è bravissimo:

“Dove andiamo, MammaIsa?”
“A una festa di compleanno.”
“Tanti auguri a teeeee…”
“Sì, canterete la canzone davanti alle candeline da spegnere.”
“Torta?”
“Certo, su una bella torta...”
“Una?”
“Marco, non preoccuparti, non resterai senza.”
“Cioccolato?”
“Non lo so se sarà al cioccolato. Magari sarà alla frutta.”
“Capito MammaIsa… torta frutta e cioccolato. Alèèè”

E in un attimo, tutto diventa semplice. 


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