giovedì 27 febbraio 2014

Mamma dixit – Intercettazioni creative. I bambini fanno oh. Noi facciamo oooooh!


Vi ho già parlato delle mamme Cassandra? Quelle che ci tengono a dirti come andrà la tua maternità, prima che tu possa vivertela come ti spetta. E, ovviamente, le loro previsioni sono sempre nefaste.

Ah, il primo dentino… me lo ricordo ancora, in casa non abbiamo dormito per notti intere.

Il primo anno d’asilo? Un giorno in classe, dieci a casa.

Aspetti un maschio? In bocca al lupo, cara. Le femmine sì, che sono tranquille, neanche ti accorgi di averle.

Non so cosa spinga queste donne a godere nell’allarmare le puerpere. O forse lo so: il vecchio adagio del mal comune, mezzo gaudio non passa mai di moda e, una mamma in piena crisi d’identità, si aggrapperebbe a qualunque cosa pur di non sentirsi l’unica sfigata del mondo a cui i figli hanno cambiato la vita.

Ho sempre cercato di stare alla larga dalle Cassandre e ho fatto di tutto per non vestirne mai i panni! Ecco, non lo farò qui.
Quindi, se siete delle giovani donne che gongolate accarezzandovi la pancia e vi commuovete comprando calzini mignon per il nascituro, non leggete oltre: quanto segue potrebbe urtare la vostra sensibilità.


Vedo donne che si aggirano, portando occhiaie di un certo peso. Dalle diverse nuance di grigio.

Altre che parlano da sole, trascinando i loro passi in scarpe scompagnate. Con dentro calze, altrettanto scompagnate.

Amiche di cui invidiavo il portamento e la grazia, incedere ricurve e incazzate, verso una meta che pare non essere chiara nemmeno a loro.

Che cosa è successo? Perché tanta decadenza e in così poco tempo?
Semplice: di seguito vi porterò tre esempi che spiegano perché, gli anni di una donna tra i trenta e quaranta, vanno contati come quelli dei cani: 7 anni ogni 12 mesi.

1 - Come vi sentireste se, nel cuore della notte, vi facesse visita Dart Fener? Vi sembra anche di vederlo con il suo casco integrale e il mantellone nero. Invece no, è vostro figlio che emette un rantolo, una specie di fischio prolungato che vi risucchia dal letto. Niente di che, vi dicono i pediatri: di notte si chiude la gola e oplà, vostro figlio non respira più. Ci sarà pur qualcosa che possiamo fare per evitare il peggio?
Troppo facile! L’unica cosa da fare è prendere tuo figlio e metterlo in un ambiente creato sulla falsa riga della giungla tropicale: tasso di umidità 99%, caldo percepito 50 gradi e aspettare che riprenda a respirare. Ti è concesso tirare qualche parolaccia qua e là, questo sì. Stamattina li ho contati: cinque capelli bianchi che giurerei di non aver visto prima di andare a letto!

2 - Se, invece, avete voglia di qualche brivido fuori casa, allora uscite a fare la spesa con vostro figlio di due anni. Di certo non vi annoierete! Soprattutto quando lui, per testare le capacità podistiche della mamma, decide di sfuggirvi nel parcheggio, dribbla macchine e carrelli e si rintana nel vano ascensore. Voi lo riprendete tutte trafelate e vi sembrerà che il peggio sia passato, allora lo sgridate. Ma non fate in tempo a dirgli che potrebbe farsi… male. Ecco! Vi è scappato di nuovo, si è girato di scatto, ha sbattuto la testa e ha perso i sensi così velocemente, che voi ancora siete nel bel mezzo della ramanzina. La giornata finirà al pronto soccorso, con buona pace della vostra freschezza e della serenità interiore che un tempo cercavate nelle lezioni di yoga.

3 - Un ultimo modo per perdere anni di vita nel tempo di un caffè, è un grande classico: le convulsioni da febbre. Di questo sì che te ne avevano parlato, ma ogni madre nasconde l’eventualità nell’angolo più remoto del cervello. Come un maglione che non metti da anni e che non ti decidi a buttare. Lo tieni nell’armadio, ma non ti importa di sapere dove.
Poi succede che una sera, tuo figlio sta guardando la televisione e a un tratto si irrigidisce e butta indietro la testa. Ti stai ancora chiedendo quando cavolo può essergli salita la febbre: prima o dopo la sigla del suo cartone animato preferito? E intanto stai già chiamando l’ambulanza che vi porterà in ospedale. Alla voce del 118, che cerca di tranquillizzarti al telefono, vorresti raccontare che c’è stato un tempo in cui, tra i numeri di emergenza, avevi solo il take away cinese!

Grazie alle mamme che mi raccontano queste avventure con un sorriso. 
A tutte quelle che si svegliano con qualche capello bianco in più, voglio dire: noi non invecchiamo precocemente come fanno i cani. In realtà, viviamo tante vite come i gatti!


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