giovedì 19 dicembre 2013

Mamma dixit – intercettazioni creative. Uno che conta.


Ho già detto che tutte le mamme, prima o poi, si vantano dei propri figli.
Ci sono cascata anch’io.

Non ho mai potuto farlo al parco, dove Marco si muove come un tricheco nano e riesce ad inciampare anche su superfici lisce e completamente levigate. Da sempre cicciottello, il mio piccolo pargolo, ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso i 16 mesi e, anche se ha recuperato bene, diciamo che la sua tecnica di corsa è un po’ da affinare.

Ci ha pensato così tanto a muovere i suoi primi passi, che adesso li conta tutti. Sono 10 dalla macchina a casa, i gradini davanti al portone sono 2, per la scala dello scivolo servono 7 passi, per arrivare alla porta del nostro appartamento bisogna contare due volte 10.




La paura di una forma lieve di autismo l’ho avuta, ma poi ho pensato che il mio piccolo Rain Man andava benissimo così com’era. Adesso, per strada contiamo tutto a voce alta: le macchine, i paletti, gli alberi… ci manca solo un cartone di Tavernello in mano e poi ci accoglierebbero con affetto in Stazione Centrale, a parlare un po’ da soli.

Ma una vera mamma non si accontenta mai. Visto che, anche i suoi amichetti iniziavano a saper contare fino a 10, oltre a correre sempre più veloci di lui, noi non ci potevamo far superare proprio nella nostra specialità. Quindi, da qualche giorno, si conta anche oltre il 10!

Con pazienza e ostinazione sono arrivati anche l’11 e il 12.
Da Marco, così recitati: UNTTITTì e DOTTITTì. 
La nostra palestra migliore sono le rampe di scale per arrivare alla porta di casa, dove i gradini superano sempre la decina.


L’altro giorno siamo partiti in quarta e abbiamo fatto, tutto d’un fiato, i primi 10. Mancava una manciata di gradini e, presa dall’entusiasmo, ho detto a Marco di proseguire da solo. L’ho guardato e, per un attimo, ho visto la sfida nei suoi occhi. Ma ormai è noto che io non so leggere lo sguardo di mio figlio.

Fa il primo gradino e dice: UNTTITTì.

Fa il secondo: DOTTITTì.

Il tredici non l’ha mai detto, ma so che può farcela.

Mi guarda, fa il gradino e urla… FOTTITIIII.

Scandendolo così bene, da non lasciare nessun dubbio. Neanche nella mia anziana vicina che aspettava di poter scendere le scale. Il suo mezzo sorriso imbarazzato ha definitivamente incrinando la mia certezza di avere un figlio super dotato.



Al genio dentro di lui, Marco ha detto: “Fottiti”!




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