martedì 17 dicembre 2013

Mamma dixit – intercettazioni creative. Il film di Natale.


Tutti abbiamo un film che ci ricorda il Natale. 
Quello che guardiamo ogni anno, come se fosse la prima volta. Quasi mai da soli, perché il film di Natale si tramanda, quindi, da tradizione, si guarda insieme.

Il mio non è proprio un film. È una vecchia storia, raccontata a tutte le bambine del mondo: Cenerentola. 

Immaginate un po’ chi ha creato questa tradizione natalizia a casa? 
Ovviamente mia madre. 
Sì perché, Cenerentola, non c’è niente da fare, è una favola tutta al femminile. 
I maschi sono contorno.

Se Bamby, Nemo, il Re Leone, Peter Pan… sono favole trasversali. In Cenerentola, il genere maschile, è come il rametto di rosmarino nelle patate al forno: bello, buono, ma poi si mette da parte.

Gli uomini di Cenerentola sono:

Il padre di lei: muore prima che inizi la storia e verrà ricordato per aver lasciato la sua unica, splendida figlia nelle mani della matrigna. Non proprio il papà dell’anno.
Il vecchio Re: un anziano che ha perso ogni speranza nei confronti del figlio, che considera belloccio ma probabilmente gay, perché ancora non è riuscito a trovare una donna che gli possa dare un erede.
Monocolao: l’assunzione obbligatoria di Palazzo.
Il Principe azzurro: attraente sì, ma con seri problemi fisici. Non riesce a raggiungere una donna con un vestito a meringa, che corre giù dalle scale con una scarpa sola. Alla faccia del fisico prestante!

Cenerentola è la nostra partita di calcio: viviamo ogni scena con tifo da stadio. Sapendo che la squadra delle racchie perderà ogni volta, senza tempi supplementari.
Ogni nostro desiderio è lì, pronto per essere esaudito.

Prima di tutto, quale donna non è cresciuta col sogno di incontrare il principe azzurro? Ma soprattutto con la speranza che ci renderà felici e contente. 
PER SEMPRE. 
Perché, se il nostro principe può sembrare facile da trovare, crescendo, abbiamo imparato che il difficile è tenerselo e rimanere pure felici. Più si racconta e più sembra una favola, effettivamente.

Il riscatto e la vendetta. A scuola, nella vita, sul lavoro, tutte abbiamo avuto La Stronza, con la s maiuscola che ce l’aveva con noi. Magari bruttarella e chiattona ma più forte di noi. Quanto avremmo pagato per sfilarle da sotto il naso l’uomo che le piaceva? E farci vedere a una festa con un vestito decisamente più bello del suo?!

La fatina. Una mamma, una sorella, una nonna, un’amica del cuore. Ogni donna può contare sulla sua Fata Madrina che, con un Bibidi Bodidi Bu, fa la sua magia e la tira fuori dai guai.

La scarpina di cristallo. In una storia che parla di donne, alle donne, non poteva mancare l’elemento fondamentale per avere la nostra attenzione. Walt Disney ha anticipato Sex and the City di decenni: la scarpina di cristallo è la prima Manolo Blahnik su cui abbiamo sbavato.

Scocca la mezzanotte. Ed ecco il gran finale: questo sì parla di noi. Perché, la serata può essere anche da favola, bella la musica e simpatica la compagnia. Col principe si è creato quel nonsochè, si vede. Però, a una certa ora, cosa c’è di meglio che togliersi le scarpe col tacco, filare a casa e lasciarlo lì a rosolare un po’?

Diciamocelo, anche a quella granculo di Cenerentola 
piaceva tirarsela!


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