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Dal 17 ottobre 2011 c’è una
mamma in più al mondo. Io.
Cosa mi direi se mi incontrassi
prima di quel giorno?
Non preoccuparti, il 17 non
porta sfortuna come dicono.
Non insistere troppo per avere
il papà in sala parto. In quel momento ci potrebbe essere anche Elton John e
tutto il pianoforte a coda, che non te ne accorgeresti. L’unica cosa che potrà
dirti quel pover’uomo è: “respira" e "spingi”.
Esattamente tre giorni dopo il
parto, i tuoi ormoni si uniformeranno alla maggiorparte delle neo mamme e
decideranno di farti piangere a caso, come a una trasmissione della De Filippi.
Ricordati che arriverà un
momento in cui troverai tuo figlio pronto a immergere il suo biscotto preferito
nel water. Quindi, vacci piano con lo sterilizzare, disinfettare e bollire, perché
la battaglia contro lo sporco è persa in partenza.
All’inizio, il cambio pannolino
sarà più lento di un regionale di Trenitalia, ma in pochi giorni farai la
stessa operazione con una mano sola, facendo una telefonata e mettendoti lo
smalto.
Il primo ruttino non si scorda
mai. Ma evita di fare i cento metri piani tra sala e cucina, nel cuore della
notte, aspettando il buffetto reale! Magari non lo farà e tu, intanto, sei già
arrivata a Tokyo con lui sulla spalla.
Ti diranno che non hai
abbastanza latte e che dovrai usare quello artificiale. Fai un bel
respiro e no panic perché, credimi, non ti arresteranno per questo!
La notte del 15 maggio 2012,
vedrai tuo figlio contorcersi nel suo lettino e tu morirai un po’ dentro. Non
preoccuparti, è quella bestiaccia dell’otite. Il giorno dopo ci riderai già su
(con 10 anni di vita in meno).
Tutti, e dico tutti, gli
spaventi più grandi li prenderai mentre sei in piena fase REM. Mettitela via, è
la regola: il pronto soccorso lo visiterai sempre di notte.
Non ridere tanto di quelle
coppie con figli che parlano di cacca a tavola, come se fosse l’ultima delizia
di qualche chef francese. Perché lo farai anche tu, eccome se lo farai, ed
entrerai in dettagli così scabrosi che nemmeno Hannibal Lecter finirebbe la sua
cena.
Puoi imparare a memoria tutti
gli esercizi che rilassano il tuo pavimento pelvico e rendono il parto più
dolce… ma, a un certo punto, ti trasformerai comunque in una specie di Minotauro,
mezza donna e mezza iena, e urlerai solo: “Fatelo uscireeeeeee”.
Ma una cosa ci terrei proprio a
dirmela, se mi incontrassi con Marco ancora nella pancia. Arriveranno giorni in
cui ti sentirai la più sfigata, inetta, sola, inadeguata, imperfetta, lacrimosa,
fragile, isterica, lunatica mamma del mondo.
Rilassati, quei giorni
non sono ancora passati.
E tu sei qui a riderci un po’ su, con la voglia
di inventarti sempre qualcosa di nuovo.
Perché è l’intuizione l’unica via capace di portare a nuove scoperte. (Bill
Bernbach, citando Einstein)
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