Tutti abbiamo un film che ci
ricorda il Natale.
Quello che guardiamo ogni anno, come se fosse
la prima volta. Quasi mai da soli, perché il film di Natale si tramanda, quindi, da tradizione, si guarda insieme.
Il mio non è proprio un film. È una
vecchia storia, raccontata a tutte le bambine del mondo:
Cenerentola.
Immaginate un po’ chi ha creato questa tradizione natalizia a casa?
Ovviamente mia madre.
Sì perché, Cenerentola, non c’è niente da fare, è una favola
tutta al femminile.
I maschi sono contorno.
Se Bamby, Nemo, il Re Leone,
Peter Pan… sono favole trasversali. In Cenerentola, il genere maschile, è come il rametto di rosmarino nelle patate al forno: bello, buono,
ma poi si mette da parte.
Gli uomini di Cenerentola sono:
Il padre di lei: muore prima che
inizi la storia e verrà ricordato per aver lasciato la sua unica, splendida
figlia nelle mani della matrigna. Non proprio il papà dell’anno.
Il vecchio Re: un anziano che ha
perso ogni speranza nei confronti del figlio, che considera belloccio ma
probabilmente gay, perché ancora non è riuscito a trovare una donna che gli
possa dare un erede.
Monocolao: l’assunzione
obbligatoria di Palazzo.
Il Principe azzurro: attraente
sì, ma con seri problemi fisici. Non riesce a raggiungere una donna con un
vestito a meringa, che corre giù dalle scale con una scarpa sola. Alla faccia
del fisico prestante!
Cenerentola è la nostra partita di
calcio: viviamo ogni scena con tifo da stadio. Sapendo che la
squadra delle racchie perderà ogni volta, senza tempi supplementari.
Ogni nostro desiderio è lì,
pronto per essere esaudito.
Prima di tutto, quale donna non è
cresciuta col sogno di incontrare il principe azzurro? Ma soprattutto con la speranza
che ci renderà felici e contente.
PER SEMPRE.
Perché, se il nostro principe può sembrare facile
da trovare, crescendo, abbiamo imparato che il difficile è
tenerselo e rimanere pure felici. Più si racconta e più sembra una favola,
effettivamente.
Il riscatto e la vendetta. A
scuola, nella vita, sul lavoro, tutte abbiamo avuto La Stronza, con la s
maiuscola che ce l’aveva con noi. Magari bruttarella e chiattona ma più forte
di noi. Quanto avremmo pagato per sfilarle da sotto il naso l’uomo che le
piaceva? E farci vedere a una festa con un vestito decisamente più bello del
suo?!
La fatina. Una mamma, una
sorella, una nonna, un’amica del cuore. Ogni donna può contare sulla sua Fata
Madrina che, con un Bibidi Bodidi Bu, fa la sua magia e la tira fuori dai guai.
La scarpina di cristallo. In una
storia che parla di donne, alle donne, non poteva mancare l’elemento
fondamentale per avere la nostra attenzione. Walt Disney ha anticipato Sex and
the City di decenni: la scarpina di cristallo è la prima Manolo Blahnik su cui
abbiamo sbavato.
Scocca la mezzanotte. Ed ecco il
gran finale: questo sì parla di noi. Perché, la serata può essere anche da
favola, bella la musica e simpatica la compagnia. Col principe si è creato quel nonsochè, si vede. Però, a una certa ora, cosa c’è di meglio che togliersi
le scarpe col tacco, filare a casa e lasciarlo lì a rosolare un po’?
Diciamocelo, anche a quella
granculo di Cenerentola
piaceva tirarsela!